Verso l'astratto
«Ho sempre sentito il bisogno di esprimermi, dopo un’educazione parecchio rigida, l’ho fatto attraverso l’arte figurativa, prima ballavo e cantavo, poi sono passata alla pittura, una forma facile e fruibile, di immediata comunicazione, che permette di mettersi in contatto con gli altri attraverso un modus non invasivo ma propositivo, che media i sentimenti dell’artista senza esporlo ma per proporlo. E’ quello che mi serviva negli anni della giovinezza, nei miei problemi di comunicazione è stato un mezzo per propormi agli altri. E’ veramente un’espressione libera di quello che si prova, si sente e delle verità più profonde che non si riescono a comunicare in altro modo, un mezzo per comunicare verità scomode, poco piacevoli, dure, con l’astratto ho cercato di comunicare la mia confusione emotiva e mentale, il mio senso di inadeguatezza, di precarietà della vita, che accompagna tutti noi, si esprime bene nell’astratto.
Abbandonare la forma accademica per trovare la propria via è un percorso che ognuno dovrebbe fare se vuole intraprendere una via artistica per proporre qualcosa di nuovo e buono, o anche di antico ma personale, per comunicare agli altri, perché l’arte è comunicazione, l’arte è di tutti, è fruibile proprio perché ognuno si rispecchia in un’opera, chi più chi meno, quando ti piace un’opera è perché ti ci rispecchi, ci trovi qualcosa che ti accomuna, come il cinema, come la recitazione, come le canzoni , così pittura e scultura. Una delle cose fondamentali per riuscire è essere onesti con se stessi. Quando si fa una ricerca interiore bisogna essere trasparenti, non si deve mentire a se stessi, è come andare dal confessore, va detta tutta la verità. »